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Emiliano Cibin, graphic designer
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considerazioni

L’artista crea e sperimenta nuovi linguaggi, il designer, li elabora e li divulga. Come insegna Bruno Munari credo nel ruolo pedagogico che il designer ha nella diffusione dei linguaggi del contemporaneo tracciati dalle sperimentazioni artistiche.

Il graphic designer (gd) condivide l’iquietudine che caratterizzava all’inizio del secolo scorso gli operatori nel campo delle arti, del design, dell’architettura. Sentimento suscitato allora dall’abbassamneto del livello estetico nella produzione di oggetti di uso comune generato dalla rivoluzione industruale; oggi, dalla sovraproduzione e diffusione di immagini prodotte da una nutrita schiera di amatori della professione che il processo di democratizzazione digitale seguito alla rivoluzione tecnologica ha generato.

Ancora un secolo fa, le avanguardie artistiche si allontanarano dal figurativo per far sì che le varie forme d’arte s’impadronissero dei propri mezzi primari e ne facessero l’oggetto della loro ricerca.

C’è oggi bisogno di una ridefinizione del ruolo del gd, che da un lato recuperi l’impostazione progettuale del design precedente l’avvento del computer, dall’altro si focalizzi su quelli che sono realmente i propri mezzi:

concetto

Marcel Duchamp trasformò il concetto in opera d’arte; istanza ripresa e sviluppata in seguito dall’Arte Concettuale che s’incentrò sul processo della creazione artistica, sul concetto — che assume importanza maggiore rispetto al risultato finale — e infine sul ruolo attivo del destinatario del messaggio, che non subisce l’opera ma ne è parte determinante. In questo senso si sviluppa un tipo di comunicazione grafica che non sia immediatamente decifrabile ma obblighi il fruitore a fermarsi rendendolo elemento attivo del processo percettivo; così il messaggio resterà più impresso.

messaggio

La veicolazione del messaggio, indipendentemente dalla presenza delle immagini. Il lavoro sulla parola intesa nella sua tridimensionalità col suo potenziale significante; e sul linguaggio tramite l’utilizzo delle figure retoriche, proprie dell’antica arte dell’elocutio, che nel generare uno slittamento di significato figurano nuove immagini e corrispondenze amplificando la portata del messaggio.

carattere tipografico

In questo senso la scelta del carattere della comunicazione diventa fondamentale; esso stesso è immagine e contemporaneamente medium del messaggio. Il carattere tipografico è un’opera d’arte in miniatura, è l’elemento primario, il bit, la particella infinitesimale del linguaggio. Dietro la sua progettazione sono condensate tutte le regole del basic design e della percezione visiva. Ogni epoca, accanto alle opere d’arte, ha prodotto i suoi caratteri, il cui disegno è stato influenzato tanto dal contesto storico / sociale quanto da quello tecnologico. Un elemento di tale complessità non ha bisogno d’altro per veicolare il messaggio.

photographicdiary.com

Parallelamente all'attività lavorativa mi dedico all’autoproduzione di libri foto/grafici, usando mie fotografie per svolgere un lavoro di sperimentazione sulla progettazione dell’oggetto libro, svincolato da fini prettamente commerciali. I primi due volumi del mio progetto editoriale – photographicdiary – sono stati selezionati nella sezione mostra per la terza e quarta edizione di Fahrenheit 39, festival della ricerca e del design nell’editoria in Italia.